Il mio intervento al simposio sulla Sostenibilità Energetica ed Ambientale (SEA)
Buongiorno a tutti,
ringrazio innanzitutto il Prof. Vincenzo Naddeo dell’Università degli Studi di Salerno per il sostanziale aiuto fornitoci ad organizzare questo simposio e tutti gli altri esperti che si alterneranno per dare il loro prezioso contributo.
Il tema della sostenibilità energetica ed ambientale è chiave per il mondo intero, non da meno per l’Italia, che, da sempre, è considerato uno dei paesi più ricchi di bellezze naturali, con un patrimonio artistico e più in generale di beni culturali unico al mondo, e dotato di una tradizione eno-gastronomica straordinaria per qualità e varietà. Il paese è anche densamente abitato, è il secondo in Europa per la produzione manifatturiera, infine dipende in modo ancora importante per la produzione energetica da fonti fossili, per la gran parte di importazione.
Per nostra fortuna la sensibilità aumenta, ahimè grazie anche a fenomeni naturali sempre più preoccupanti, e i processi tecnologici avanzano sempre più, mettendoci a disposizione soluzioni che consentono di ridurre produzione di rifiuti, recuperare e riciclare materie prime secondarie, produrre energia dai rifiuti in modo sempre più efficiente e non inquinante.
Per vincere questa sfida servono però non pochi componenti:
- Ci vogliono aziende visionarie che con coraggio investano in ricerca, innovazione, formazione, nuovi impianti
- Collegamento tra Università e aziende per sviluppare nuove tecnologie
- Volontà e operatività del legislatore per rendere più snelle e veloci le procedure di approvazione di nuovi impianti, per normare parti ancora scoperte quale l’end of waste.
- Coscienza da parte del governo che Zero Rifiuti è molto bello come slogan, accattivante, ma che, con realismo e pragmatismo, va considerato come indirizzo verso cui tendere perché si parte dalla realtà attuale e sono necessari anni per ottimizzare sempre più i processi tecnologici, per approvare, costruire e rendere efficienti gl’impianti, per educare i cittadini, e non solo loro, alla raccolta differenziata, per organizzare lo sfruttamento di tutte le potenzialità per produrre energia in modo sempre meno inquinante e non da fonti fossili. Nel frattempo non possiamo comportarci come se i rifiuti zero fossero operativi solo perché affermo questo slogan.
- Operare sul piano educativo, del coinvolgimento e della comunicazione per combattere la cosiddetta sindrome NYMBY
Esiste una massima “l’ottimo è nemico del buono” che ben si adatta al settore ambientale. La sostenibilità richiede un senso di responsabilità condiviso da parte di tutti, nessuno escluso, non è un processo immediato.
Dimenticarsene vuol dire aver:
- La situazione romana dei rifiuti
- Uno squilibrio incredibile tra rifiuti da gestire e disponibilità di impianti per il loro trattamento o smaltimento con crescita abnorme dei prezzi, trasporti incredibili di rifiuti per l’intera penisola o addirittura verso altri paesi europei con ulteriore inquinamenti per CO2, polveri sottili e ossidi vari
- Accumuli, anche leciti, di rifiuti dappertutto tali da rendere il rifiuto difficilmente smaltibile anche con la termovalorizzazione, come sta avvenendo per balle ecologiche stazionate per oltre dieci anni
- Favoreggiamento indiretto della criminalità che trova opportunità economiche incredibili a sversamenti illeciti di rifiuti o, peggio ancora, a riempire di rifiuti capannoni abbandonati e poi darci fuoco
Il nostro Gruppo, che fattura oltre 120 milioni di Euro e impiega oltre 220 persone, si sta impegnando sempre più nello sviluppo di attività nell’ottica dell’economia circolare e nella sostenibilità e tale simposio vuol essere un contributo per la messa a fuoco sulle migliori tecnologie per dare un contributo a soluzioni efficienti ed efficaci.